«HO SCELTO DI NON AVERE FIGLI: PER LA VITA E IL LAVORO CHE FACCIO NON C'è SPAZIO PER UN BAMBINO. TROPPA RESPONSABILITà, E AMO IL TEMPO LIBERO»

Non avere figli, una decisione personale che dovrebbe essere rispettata come qualsiasi altro diritto umano, sia essa dettata da ragioni biologiche o da scelte deliberate basate su considerazioni sociali, economiche, ambientali o personali. Nonostante il crescente riconoscimento delle varie forme di famiglia e delle scelte individuali, su quanti non prevedono nel proprio futuro l'opzione di diventare genitori persiste uno stigma sociale (soprattutto quando a parlare è una donna).

Negli ultimi anni il movimento Childfree è in crescente aumento, e dati alla mano, un’indagine dell’istituto Toniolo su settemila donne tra i 18 e i 34 anni senza figli ha rilevato che il 21% di loro non ne vuole e il 29% afferma di essere debolmente interessata. 

La testimonianza

Clara Di Lello, trentenne abruzzese e fotografa di professione, non ha dubbi sulla sua scelta di non avere figli. «L’ultima volta che ho raccontato perché sono childfree mi hanno insultata. Come se fosse colpa mia se l’Italia si spopola», racconta con un misto di amarezza e ironia in un'intervista a Repubblica. Nonostante la pressione sociale e le critiche, Clara ha trovato nel suo compagno, con cui condivide la vita da undici anni, un sostegno fondamentale per vivere serenamente la propria decisione. 

Le ragioni di una scelta

Per la trentenne, che ha fondato il gruppo Facebook Zona Childfree, il concetto di maternità appare come un'imposizione sociale inaccettabile e spiega con sincerità perché non vuole diventare madre: «Semplicemente perché non ho alcun istinto materno. Per la vita e il mestiere che faccio il posto per un bambino non c’è. Anzi, questa storia che in quanto donna sarebbe giusto che diventassi madre, l’ho sempre sentita come una imposizione. E il mio compagno è d’accordo», spiega. Il lavoro di Clara la porta a viaggiare continuamente. Circostanze che sarebbero difficili da conciliare con l'accudimento di un bambino: «Ho bisogno di sentirmi libera. Passo settimane in giro per l’Italia fotografando concerti, come potrei occuparmi di un bambino? Soltanto l’idea di mette ansia. Troppa responsabilità. Poi amo il mio tempo libero».

Il movimento childfree

Nonostante percepisca lo stigma sociale, Clara nota un cambiamento nell'atteggiamento collettivo: «Oggi una donna può sentirsi completa anche senza la maternità. I figli sono diventati una libera scelta, non un imperativo sociale». Tuttavia, non mancano le critiche: «Certo, quando mi definisco childfree c’è ancora qualcuno che mi accusa di egoismo, perché di figli non ne nascono più. O pensa che io sia sterile». 

Il futuro

Infine, riguardo alla preoccupazione di una vecchiaia solitaria, Clara risponde saggiamente: «Mica si fanno i bambini per avere un’assicurazione contro la solitudine. E siamo certi che poi questi figli si prenderanno cura di noi? Magari da vecchia vivrò in una comune con altri anziani e ci prenderemo cura gli uni degli altri». Clara chiude riflettendo sulla responsabilità sociale di avere figli e sull'atteggiamento dello Stato nei confronti delle nuove generazioni: «Ribalto la domanda. Cosa ha fatto la società per la mia generazione? Noi non avremo pensioni, sanità, viviamo nella precarietà, chissà se tra 40 anni il mio ipotetico figlio avrà acqua potabile da bere. Lo Stato sostenga chi i figli li vuole, rispettando noi felici senza».

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